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Gagliaudo e l'inganno della vacca


La scorsa settimana abbiamo conosciuto Aleramo, colui che creò il Monferrato e ne fu il primo Marchese.


Ma, se vi ricordate, avevo anche detto che, guardando la cartina della provincia di Alessandria, alcuni vi scorgono un drago che sputa fuoco. Perché?


Il drago è una creatura mitologica, leggendaria. E chi meglio di essa può rappresentare tutte le leggende e i miti di un territorio ricco come il Monferrato?


Ho deciso di partire in questo nostro tour leggendario proprio dal capoluogo di Provincia: Alessandria.


Alessandria fu assediata dalle truppe di Federico Barbarossa nell'Ottobre del 1174, durante la sua quinta discesa in Italia. Dopo diversi mesi, con le scorte quasi esaurite, gli alessandrini si trovarono ad un bivio: arrendersi o escogitare un piano per salvarsi. Al Consiglio degli Anziani, riunito al Castello di Rovereto, giunse in soccorso Gagliaudo, pastore e produttore di formaggi. La sua idea era molto semplice: trovare una vacca, nutrirla con tutte le granaglie e i viveri rimasti in città, uscire dalle mura e farsi catturare dal nemico. Un piano rischioso, perché se Barbarossa non avesse abboccato la città di Alessandria si sarebbe ritrovata completamente senza viveri.


Gagliaudo riuscì a convincere il Consiglio degli Anziani a seguire il proprio piano e lo attuò. Prese una sua vacca e le fece mangiare tutte le scorte di cibo rimaste in città, dopodiché uscì dalle mura per farla pascolare un po'.


Fu subito catturato dalle guardie germaniche che, stupite di trovare un alessandrino al di fuori della cinta muraria decisero di portarlo dal Barbarossa. Il re, pensando che fosse una spia, lo interrogò a lungo per scoprire come mai avesse abbandonato la sicurezza della città. La risposta di Gagliaudo lo lasciò di stucco: il pastore era uscito per far pascolare un po' la sua vacca visto che erano settimane che mangiava solo granaglie. Il Barbarossa non poteva credere che la popolazione di Alessandria, dopo un così lungo assedio, avesse ancora così tante scorte di viveri da permettersi di nutrire il proprio bestiame. Ordinò che la bestia venisse uccisa per poterne osservare l'interno. Con grande stupore Barbarossa e i suoi soldati videro che la vacca veramente aveva il rumine pieno di cibo. Gagliaudo riferì all'imperatore che la città era ben lontana dall'arrendersi per inedia e che anzi avrebbe potuto resistere ancora per molti mesi. Sentendo ciò, il Barbarossa si perse d'animo, per cui nell'Aprile del 1175 decise di togliere l'assedio alla città di Alessandria.


Leggenda? Folklore?


Se vi recate nel Duomo di Alessandria, in un angolo della facciata potete scorgere una scultura romanica raffigurante un uomo che trasporta un piatto. Probabilmente la statua rappresenta il personaggio mitologico Atlante, costretto da Zeus a sorreggere la volta celeste (il piatto) per essersi alleato con Crono, padre di Zeus, nella rivolta dei titani contro gli dèi.


Ma questo è un tour leggendario… guardate meglio, non vedete che quella statuina raffigura un uomo che a spalle trasporta una formaggetta? E chi è quell'uomo se non il nostro pastore Gagliaudo, colui che ha salvato Alessandria dall'assedio del Barbarossa grazie all'inganno della vacca?


Chissà cosa ci riserva l'articolo della prossima settimana!


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